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DATI TERRITORIALI

Popolazione residente: 6175 abitanti (dati Istat 2021)
Superficie: Kmq. 37,84
Altitudine (Casa Comunale): m. 58 s.l.m.
Densità abitanti per Kmq: 163,19
Denominazione abitanti: Cellinesi
Santo Patrono: San Marco Evangelista (

IL BORGO

Centro situato nella Terra d’Otranto. Di antichissime origini, comedimostrano tombe dell’età eneolitica, scoperte nei dintorni, fu sede, nelperiodo altomedievale, di una grancia dei monaci basiliani. Citato per la prima volta nel sec. XIII, appartenne poi all’arcivescovo di Oria, cui nel 1304 risultano spettare le decime. Dal Quattrocento ebbe numerosi feudatari, tra cui gli Albrizzi e i Cortese.Il castello, edificato dagli Albrizzi nel 1578, fu in seguito ampliato e trasformato in residenza signorile. La chiesa madre risale agli inizi del sec. XVIII.§ L’economia si basa sulla viticoltura (aleatico di Puglia, squinzano e salice salentino DOC), l’olivicoltura (olio terra d’Otranto DOP) e la coltivazione di ortaggi e cereali. Aziende manifatturiere operano nei settori alimentare, edile, dell’abbigliamento e della lavorazione dei metalli e del legno.§ Nei dintorni sono state messe in luce tombe artificiali eneolitiche con pozzetto cilindrico centrale, dal quale si accede in tre ambienti a grotticella con sepolture plurime, considerate ossari di famiglia. Il corredo è costituito da vasi bitroncoconici, a carenatura molto bassa, con anse con appendice aguzza, decorati spesso con incisioni a crudo a fasce orizzontali.

STORIA

Cellino San Marco è un comune della provincia di Brindisi dal 2 gennaio 1927, quando un Regio Decreto ne istituì la Provincia. Prima di allora ha sempre fatto parte della provincia di Lecce.
L’aspetto topografico ed estetico del centro abitato è stato fino a pochi decenni fa, quello tipico dei paesini pugliesi: il castello, o meglio il palazzo baronale con intorno ad esso le case imbiancate a calce.
In parecchie contrade del feudo cellinese sono venuti alla luce avanzi di antichità, rappresentati da tombe varie, anfore, monete ed altro materiale.
La stele funeraria di epoca romana, scoperta nel 1869, la preistorica tomba a forno con celle, risalente al 2000-1800 A.C., scoperta nel 1948 e un forno per cottura di vasi venuto alla luce nel 1949, ci autorizzano ad affermare che Cellino San Marco sia molto più antica di quanto si pensi, esistente già nel medioevo. I De Fallosa, i De Noha, gli Albrizzi, i Chyurlia e altri signori feudatari governarono Cellino tra il medioevo e l’età moderna (dal 1304 al 1806), sino a quando anche il nostro paese contribuì attivamente al rinnovamento morale e civile dell’Europa.
Il castello dei nobili Albrizzi e Chyurlia, la Chiesa Parrocchiale, la Cappella di San Marco, la Cappella annessa alla Masseria “La Mea”, il Palazzo Bolognini sulla via Cavour, la Villa “Neviera” o “Torre del Rifugio” cosiddetta per aver ospitato Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III, sono segni perenni di un lontano passato.

ARTE E CULTURA

EVENTI

Ultima domenica di carnevale sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati con rievocazione storica delle tradizioni popolari. Carnevale dei bambini.

25 aprile – San Marco Evangelista Patrono del paese. “Fera te li cavaddhri” (Fiera dei cavalli) e del bestiame.

Aprile-maggio feste di primavera; Cellino in bicicletta.

Ultima domenica di luglio Festa dei SS. Patroni, San Marco Evangelista e Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto. Fiera di abbigliamento, casalinghi, attrezzi agricoli, dolciumi.

Ultima domenica di settembre Festa dei SS. Cosimo e Damiano.

25 novembre Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto. Tradizionale “Fera te li Cappotti”, (Fiera dei Cappotti)

Ogni venerdì mercato settimanale

ENOGASTRONOMIA e PRODOTTI TIPICI

Tra le tante specialità, che si possono gustare anche nelle trattorie e ristoranti dei dintorni, si ricordano: gli squisiti “gnemmarieddhri”, (involtini di interiora di agnello alla brace); le tradizionali “ricchitelle” o “pizzicarieddhri”, (orecchiette di semola variamente preparate con sugo di ragù, con cime di rapa, con sugo di pomodoro fresco); le “favenette e cicureddhre” (fave a purè con verdure selvatiche); le focacce con ripieni diversi (cipolle, olive nere, funghi, acciughe); gli “uddhratieddhri” (tipiche lumache). Da non trascurare la grande ricchezza che il vicino mare offre a tavola: vongole, cozze, sarde, aragoste e cernie sono gli esempi più tipici. In ogni festa patronale non manca mai la “scapece” (pescetti in salamoia e zafferano). In autunno protagonisti di piatti prelibati diventano i funghi raccolti nei boschi sparsi per tutto il territorio. Un’attenzione particolare meritano i prodotti caseari (mozzarelle, formaggi freschi vari). Infine, un rito culinario tipico salentino semplice e genuino è la “friseddhra” frisella di grano variamente condita con sapori e odori mediterranei (olio extravergine d’oliva, pomodori, origano, e un pizzico di fantasia).

Dolci speciali sono previsti in occasione delle feste: le zeppole, i tradizionali taralli aromatizzati dolci e salati al gusto di finocchio o di pepe, i fruttoni e i bocconotti; a Natale si preparano le “pittule”, (fritelle di pasta lievitate, lisce oppure imbottite di ricotta, acciughe, olive e ortaggi, fatte indorare in tanto olio) e le “ncartiddhrate”, (cartellate o carteddate, dolcetti tradizionali a forma di rosa al vincotto e miele); la cupeta, (croccante a base di mandorle torrefatte e pestate, zucchero, buccia di limone e cannella).
Tipico della Pasqua sono le “panareddhre” e “puddhricasci”, (dolce pasquale con in superficie uno o più uova in guscio). Infine i dolci a base di pasta di mandorla: con un impasto a base di mandorle pestate e legate con albume vengono realizzati i deliziosi dolcetti che hanno fatto impazzire generazioni di golosi.

Gli artigiani pasticcieri di Cellino lavorano la pasta di mandorla come una volta, talvolta “corretta” al limone o al cacao, con o senza glassa di zucchero: pesci e agnellini pasquali, amaretti e altri soggetti rituali. Una meraviglia da vedere, una delizia da mangiare.