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CENTRO STORICO

CONVENTO SAN GIOVANNI IN PALCO

PORTICI D’AUTORE

CHIESA DEL ROSARIO

CHIESA DELLA MADONNA DELL’ARCO

VILLA COMUNALE E PIAZZA

EVENTI

DATI TERRITORIALI

TERRITORIO COMUNALE

Altitudine: massima mt. 948 s.l.m., minima mt. 225 s.l.m., altitudine centro abitato mt. 270 s.l.m;

CLASSIFICAZIONE ALTIM.

Collina interna. Il territorio comunale di Taurano ricade nella Provincia di Avellino, in posizione est rispetto al Capoluogo.

ABITANTI

Abitanti risultante dall’ultimo censimento 1.505

SUPERFICIE TENIM. COM.

Sup. Kmq. 9,77.  Il territorio non urbanizzato è così costituito:

  • noccioleto (65%)
  • bosco ceduo (24%)
  • macchia (5%)
  • oliveto (2%)
  • vigneto (0.5%)

ELEMENTI NATURALI

Centro collinare posto al limite della Piana Campana, in corrispondenza dei primi rilievi pre-appenninici, incastonato su una prominenza del costone del monte Pietra Maula, affacciato quindi su un belvedere che domina un territorio che si spinge fino alle porte di Napoli, in un ambiente caratterizzato dalla presenza di querceti, uliveti e noccioleti. Il territorio è caratterizzato dalla presenza di numerose (anche se di piccola portata e alquanto superficiali) sorgenti oligominerali. Il centro urbano, non molto grande, presenta delle caratteristiche architettonico-ambientali segnate dai tratti rigorosi, semplici e severi, con edifici, di altezza quasi mai superiori ai tre livelli, a formare un continuum, quasi senza soluzione, e molto ben amalgamato con il verde che gli fa da cornice tutto intorno.

AMBIENTE

RISORSE DEL TERRITORIO

Numerosi resti archeologici, risalenti all’età romana la dicono lunga sulla presenza romana in loco, quando il territorio, pare, fosse punteggiato qua e là di ville urbane e di aziende agrarie.
Località Torre: pavimento a mosaico
Località Pantanielli e Montedonico resti di ville rurali tardo repubblicane, rinvenute, durante gli scavi per la costruzione di un metanodotto
Panoramica complesso termale romanoComplesso Termale ai piedi del San Giovanni in Palco a ridosso del confine tra i comuni di Lauro e Taurano (ingresso gratuito su prenotazione : ore 9:00/12:00).
Gli scavi furono realizzati dalla Sovraintendenza Archeologica (BAAAS) e diretti dagli archeologi Werner Johannosky ed Elena La Forgia, tra il 1981 e il 1985.
Particolare del NinfeoLa parte oggi visitabile del complesso si estende per circa mq. 1400; la villa si articola su più livelli raccordati da scale ed aree scoperte; il nucleo più antico risale all’età tardo-repubblicana, mentre in età augustea-tiberiana un ampliamento portò alla realizzazione di un impianto termale e di un triclinium con annesso ninfeo, splendidamente decorato con tessere in pasta vitrea.
Nella metà del I d.C. l’impianto termale fu ampliato con la realizzazione di un frigidarium, di un tepidarium e di due calidaria con corridoi di passaggio.
Di notevole valore artistico le pitture parietali del III e IV stile pompeiano e la pavimentazione in opus signinum.
In età tardo-antica la villa fu progressivamente depredata dei rivestimenti marmorei e degli elementi lapidei e parte degli ambienti furono trasformati in aree di lavorazione: il triclinio ad esempio fu trasformato in frantoio; la distruzione definitiva del complesso avvenne in seguito ad eventi vulcanici (V-VI sec. d.C.).

SPECIFICITÀ’ TERRITORIALI NATURALISTICHE

Grotta del Tonfo

(località Acqualonga – a nordest del Monte Faito (1098 m s.l.m) dorsale del Monte Pizzone)

coordinate geografiche: 40° 53’ 54” Lat. Nord ; 14° 40’ 24” long. Est ; 571 m slm
quota ingresso : 570 m. s.l.m.
sviluppo della grotta: 21,0 m
copertura di origine piroclastica; calcare mesozoico
rilevatori: Sessa V. – Fiorillo G. – Iodascima S. – Petrosino M. (CAI – Sezione di Salerno)
esplorazione: dicembre 2005
Grotta del TonfoLo scorso dicembre 2005, alcuni esponenti del Gruppo CAI – Sez. di Salerno, sono stati invitati a ispezionare una cavità a sviluppo verticale, rinvenuta lungo un pendio nel territorio di Taurano (AV), durante i lavori per la costruzione della strada Taurano-Monteforte, che attraversa il fondo della valle dell’Acqualonga, a nordest del Monte Faito (1098 m slm), dorsale del Monte Pizzone.
La parola ad Aristide Fiore del CAI – Sezione di Salerno
Grotta del Tonfo”La prima ricognizione ha permesso di capire subito che si tratta di una grotta interessante, sia per l’andamento verticale, piuttosto insolito rispetto alle tipologie delle cavità note in quest’area, sia per la presenza di un laghetto sul fondo, che giustifica il nome attribuitole dai primi esploratori (…). La cavità è costituita da un unico pozzo, profondo 21 m, che nella parte sommatale presenta un notevole ampliamento della sezione, causato da crolli, i quali hanno anche determinato, unitamente all’azione erosiva delle acque sotterranee, la formazione dell’ingresso e di un piccolo ramo sospeso, che si estende, restringendosi notevolmente, in direzione SW.
Grotta del TonfoSul fondo la morfologia della grotta è più articolata, per la presenza di due brevi diramazioni che si dirigono entrambe verso NO, a partire dalle due estremità della base del pozzo.
Quella settentrionale è invasa da materiale di crollo, mentre quella meridionale è parzialmente allagata, e termina con un sifone inesplorato”.

ALTRE RISORSE

Le testimonianze più significative di questo itinerario sono certamente:
Freconia, Pantanielli, Palombaro: frammenti di recipienti di medie dimensioni, prevalentemente d’impasto semifine con tracce di lavorazione a stecca sulla superficie esterna, fanno ipotizzare la presenza in loco di gruppi umani già nell’ultima fase dell’età del bronzo (“ fase protoappennica B”); degno di nota un recipiente di forma troncoconica per un motivo a “chevron” inciso sulla spalla ; questi reperti archeologici, che appartengono più alla quotidianità che all’arte, meriterebbero ulteriori approfondimenti, che qui non possono trovare spazio
Acquaro (area edif. scolastico): tombe con scheletri epiroti
Via Arponi : tomba con scheletro sannita

STORIA

La favorevole posizione di Taurano ha fatto ipotizzare la presenza umana nel suo territorio sin da epoche remote. Tuttavia, storia e leggenda si fondono e rendono difficoltosa la ricostruzione “fedele” del suo passato più antico, di cui poco si conosce.

Ad ogni modo, il Remondini fece risalire al II millennio A.C. la presenza di un’antichissima civiltà, Fraconia, che si sarebbe stanziata a monte dell’attuale Taurano e che avrebbe derivato il suo nome da “Fra” (sole) e “conia” (polvere). L’appellativo di terra di “polvere di sole”, sarebbe perfettamente in linea con le caratteristiche morfologiche del territorio, un altopiano ben irradiato dai raggi del sole, dalle acque abbondanti e dai terreni fertili, un contesto, cioè, che ben si prestava all’insediamento di antiche popolazioni, che oltre ad offrire un ambito ideale per lo svolgimento delle attività agricole e pastorali, offriva anche la protezione dalle intemperie tramite l’utilizzo di numerose cavità naturali.

I dubbi sul periodo storico più remoto di cui si è detto, non sussistono, invece, per le vicende che ebbero inizio verso il V secolo A.C., quando l’area subì le devastazioni degli Oschi (o Osci) di Nola, che eressero il nucleo originario dell’insediamento abitativo denominato Taurania (o Tauramina), di cui il sottosuolo ha disvelato diversi reperti archeologici. La presenza osca portò alla creazione di una fortezza, un “oppidum”, che si legò a Nola con un vincolo federale a Nola. I reperti archeologici sono abbondanti e si riferiscono anche ad altre epoche storiche: età del ferro, dominazione etrusca, età romana, Medioevo.

I Romani di Silla distrussero l’insediamento abitativo nel 90 A.C., durante la Guerra sociale. Da tale momento, il territorio di Taurano divenne un famoso luogo di villeggiatura, di cui parlarono diversi autori, come Virgilio e Plinio il giovane. La conferma derivò dalla scoperta di alcune ville romane, come quella situata in località S. Giovanni del Palco (età tardo-repubblicana – età tardo augustea). Nella stessa località citata, si trovano i resti di una villa rustica di età imperiale, come pure un’altra coeva si trova in Contrada Pantanelli. In Contrada Torre, si trovano i ruderi di un’ulteriore villa romana del I secolo, corredata da spazi termali pavimentati con mosaici. Tutti gli elementi citati relativi al tempo dei Romani, sembrerebbero confermare la presenza di un insediamento stabile.

Nel V secolo, a seguito della caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476), con il sopraggiungere dei Barbari, i rilievi che circondano Taurano offrirono rifugio alla popolazione, cosa che fecero anche tra il VII ed VIII secolo, al tempo delle lotte iconoclastiche, visto che la presenza di graffiti parietali paleocristiani rinvenuti in una grotta tufacea sita in Contrada Franconia, conferma l’esistenza di una locale comunità dei Cristiani (presumibilmente guidata dal Vescovo, la cui esistenza si ricaverebbe dalla Croce Patriarcale incisa sulle pareti della grotta). Il borgo medioevale, sovrapposto a quello di epoca romana (a sua volta sovrapposto a quello del V secolo A.C., distrutto da Silla), fu Casale di Lauro, vivendone le vicende storico-amministrative.

Ai Longobardi di Antenolfo e Antolfo, seguirono i Normanni di Turgisio, capostipite della famiglia Sanseverino. Altri feudatari furono Riccardo da Caserta i De Balzo, gli Orsini di Nola, i Pignatelli, ed infine, i Lancellotti.

Triste fu il periodo della Repubblica Partenopea, visto che nel 1799, i soldati francesi repressero duramente i moti rivoluzionari nel Vallo di Lauro (26-30 aprile 1799), compiendo saccheggi ed incendi. Convinta fu la partecipazione dei Carbonari tauranesi ai moti del 1821.

Se al tempo di Gioacchino Murat, il Vallo di Lauro (e quindi Taurano) venne inserito nella Provincia di Terra di Lavoro (Caserta), a seguito dell’unificazione italiana, si ebbe il trasferimento alla Provincia di Avellino.

In merito alla questione etimologica, il nome del paese si ricollegherebbe, come quelli dei paesi con simile denominazione, al vocabolo latino “Taurus”, il toro, animale-guida di diverse popolazioni di lingua e cultura osca, che compare nello stemma cittadino, unito ad “anus”, la terminazione dell’intestino retto del toro. Col che, Taurano andrebbe inteso come sito in cui gli antichi Oschi (o Osci), nel periodo marzo-aprile, effettuavano i riti sacrificali dei tori in onore di Ares (Marte), prima di dirigersi verso le montagne.

ARTE E CULTURA

Chiesa del Rosario (fine XVI secolo e succ.), di notevole interesse sono le tele delle cappelle laterali, una per certo opera del Mozzillo, la tela del soffitto e lo stesso soffitto ligneo, opera di P. vecchione.

Abbazia di Sant’Angelo (1087), appartenuta ai benedettini, posizionata su uno sperone di nuda roccia calcarea a strapiombo sull’abitato di Lauro, interessantissimo il portale in tufo grigio caratterizzato dalla presenza di maschere e rosoni (di cui alcuni asportati da ignoti).

Convento di San Giovanni del Palco (1396), appartenente ai frati francescani, sorto sulle rovine di una villa romana. Conserva un notevole altare ligneo proveniente dal convento di S. Croce di Palazzo in Napoli, soppresso dai Borbone per edificare l’attuale Piazza del Plebiscito, delle opere di Sebastiano Conca ed affreschi del XV secolo. Ragguardevole la documentazione libraria della biblioteca tra cui si annoverano cinquecentine e antifonari. In questo convento si è formato Frate Ludovico da Casoria, salito agli onori degli altari poco tempo addietro.

Chiesa dell’Assunta (fine XVI secolo e succ.), interessanti il coro ligneo, la statua, anch’essa in legno, dell’Assunta. Notevole è anche il soffitto in tela dipinta, opera di M. Ricciardi, il tetto con capriate lignee è stato sostituito in fase di ristrutturazione da un’anonima struttura con capriate metalliche.

Palazzo civico, opera di Francesco Venezia, ultimato quest’anno, è la sede del civico consesso.

Piazza Freconia, è il cuore, non solo topografico, del paese. Vi si può assaporare il modus vivendi, nel tempo libero, dei tauranesi. Su di essa prospettano la chiesa del Rosario e il vecchio municipio. L’insieme, così raccolto crea uno spazio di intimità, quasi un soggiorno all’aperto, dove è piacevole soffermarsi. Nell’intorno, come accennato in precedenza, attraverso i caratteristici supportici, è possibile inoltrarsi nel dedalo di strettissimi vicoli che costituisce il centro storico del paese che per forme ed odori rimanda ad altre epoche.

Villa romana di San Giovanni del Palco, imponente edificio su tre livelli (1330 m2), prossima al trecentesco convento, a ridosso del confine tra i comuni di Lauro e Taurano. Ben conservati il frigidarium, il laconicum, il calidarium. Di particolare interesse il ninfeo di età tiberina con decorazioni a mosaico con tessere in pasta vitrea e calcare.

EVENTI

Carnevale: le maschere, i carri allegorici, la quadriglia, il “ballintrezzo” e…
La Settimana santa: momento di penitenza e di grazia
“Echi d’estate”: Raduno di gruppi folcloristici italiani ed internazionali
La “ricca cucina povera” tauranese
Eventi Gastronomici : la sagra dello gnocco (dei cavatielli)

ENOGASTRONOMIA e PRODOTTI TIPICI

La cucina di un tempo era legata alle stagioni, alla terra, al sole; era ricca di sapori forti e vari: semplice, frugale ed austera quella quotidiana; robusta e fantasiosa quella festiva.
Presenta tracce del passato rurale, delle consuetudini gastronomiche di contadini e pastori che le hanno dato quel carattere di cucina povera e naturale; la base alimentare era costituita dalla farina di granturco e, più raramente, da quella di grano trasformata in pane e pasta fatti in casa; dalle verdure campestri e dai legumi; dal maiale, che forniva, tra l’altro, il lardo per condire le minestre; dalle uova e da qualche sporadico animale da cortile; il pane è sempre stato considerato “na binirizione”.
Il vino, costituiva, dopo l’acqua, ed insieme al pane, l’alimento fondamentale per tutti, a tavoli e fuori pasto, freddo oppure caldo o, come base ci una zuppa con pane e zucchero che sostituiva spesso il pasto serale; il maiale costituiva la risorsa nutritiva principale e doveva bastare tutto l’anno; e del maiale la comunità contadina utilizzava tutto.
Più completa la dieta dei possidenti terrieri; prevedeva uova e legumi ricchi,, formaggi e ricotta, frutta e dolci fatti in casa; la carne macellata in proprio.
Il cibo sottolineava i grandi eventi familiari (nascita, crescita, matrimonio, morte,  copertura di una nuova costruzione), religiosi (Santo Patrono e feste liturgiche), profani (martedì grasso) o i classici appuntamenti del mondo agricolo (mietitura e trebbiatura, vendemmia, raccolta delle nocciole o delle castagne e delle ulive, macellazione del maiale, etc…).
La cucina tauranese, come tutte le cucine contadine, affonda le proprie radici nella povertà e piatti che, in origine, per necessità venivano preparati in estrema economia, oggi non sono più proponibili se non adeguandoli ai mutati gusti ed esigenze delle nuove generazioni; proviamo a presentare qualche piatto: le gustose zuppe di “suffritto” e/o di legumi (piselli, fave, fagioli) con pane e salsicce o la allettante “pasta e fagioli”, irrobustita da  cotiche e dal battuto di soffritto di lardo; e, ancora, “ ‘a ‘mbarinata” (polenta preparata con farina di granturco, condita con sugo e fagioli), “ ‘a mmenesta mmaretata”,  per non parlare dei delicati brodi di gallina e delle “laganelle”, galleggianti in un soffice brodo di manzo o con ragù di “tracchiolelle” di maiale, dello stoccafisso o del baccalà, preparato anche lesso con olio e limone e dei peperoni imbottiti (olive, alici, uva passa e pinoli, pezzetto di pecorino, pane…); il dato costante rimane la genuinità!
E per le feste, familiari e collettive, da ricordare?
Vari sono i piatti tipici, che, a secondo delle festività, meritano di essere assaggiati a cominciare dai semplici e prelibati maccheroni con braciole o “tracchiolelle” di maiale ai deliziosi cannelloni; dai “timballi reali” alle lasagne imbottite; dalle tagliatelle (fatte a mano), cotte nel brodo di tacchino o di gallina, alle “pappardelle” ai funghi porcini, ai cavatielli (gnocchi) al forno, dalla “pastiera di maccheroni” agli spaghetti con le nocciole etc…
E’ un vero peccato non assaggiare un po’ di tutto; ne vale la pena. L’unico problema è la……… linea.
Ad un primo piatto così ricco, è consuetudine far seguire un secondo piatto più semplice e leggero; solo per fare qualche esempio: alle polpette di carne e braciole;gli involtini di vitello, la costata al forno, la carne alla pizzaiola, il maiale farcito; il pollo, il coniglio, il tacchino con patate, il tenero capitone (arrosto, fritto o in umido); piatti, che, con l’aggiunta di salse e di aromi vari, sempre presenti in cucina, e di contorni variegati (lattuga, i funghi, le zucchine, i fagiolini, il finocchio, la verza, i peperoni, i cavoli, i pomodori, i broccoletti, le melenzane, le patate), si trasformeranno i piatti, in gustose, varianti e appetitose pietanze.
Una “passata” di formaggio pecorino e di frutta di stagione non può mancare e a chiusura un assaggio di dolci, legati al calendario: le zèppole, gli strùffoli; i “murzietti”, i “roccocò” , il “castagnaccio”, il “migliaccio”, la pastiera di grano, i raffaioli, le “sfogliatelle”, “le chiacchiere”, sorseggiandovi su il rosolio rosa e trasparente alla fragola o un caffè tostato col classico maciniello .
Sono pochi, attualmente, i vini prodotti in loco (vanno menzionati per la loro serbevolezza il “fraulillo” e l’“olivella”); vengono, per lo più, importati dalle regioni vicine (Alta Irpinia, Sannio, Basilicata e Puglia); bisogna, comunque, sottolineare, che, con molta probabilità, Taurano rimane una delle poche zone dove viene ancora praticata la vinificazione casalinga, fatta con “i piedi”.