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DATI TERRITORIALI
Popolazione residente: 17.192 abitanti (dati Istat 2020)
Superficie: Kmq. 43,33
Altitudine (Casa Comunale): m. 98 s.l.m.
Densità abitanti per Kmq: 396,77
Denominazione abitanti: Trocasini
Santo Patrono: San Vito (15 giugno)
IL BORGO
Il territorio del comune di Tricase, che occupa una superficie di 42,64 km² nella parte meridionale della provincia di Lecce, rientra nella cosiddetta Regione delle serre salentine, per via delle modeste formazioni collinari che ne costituiscono la fisionomia orografica. Nell’insieme il territorio è prevalentemente pianeggiante; l’altimetria è compresa tra i 0 e i 135 metri sul livello del mare. Il territorio comunale insiste su sabbioni pliocenici (carparo), che si estendono a sud verso la Masseria del Mito, e ad est e a sud, dove si addossano al calcare compatto, risalente all’Eocene, della Serra di Caprarica del Capo. Inoltre presso la frazione di Lucugnano si trovano sabbie argillose di colore giallo che hanno favorito lo sviluppo della lavorazione della terracotta, peraltro attività di rilievo nell’economia locale.
Dall’ottobre 2006 parte del suo territorio (3,84 km²) rientra nel Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, istituito dalla Regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali. Di particolare interesse naturalistico sono le querce vallonee, esemplari di alberi unici in tutta l’Europa occidentale, esistenti solo nel Salento e nei Paesi Balcanici. Il litorale, alto e frastagliato, è interessato dalla presenza di grotte calcaree, come la Grotta Matrona, e di piccole insenature. La costa tricasina, estesa per circa 8 km dalla Torre del Sasso a levante sino al promontorio del Calino a ponente, comprende le due località di Tricase Porto e Marina Serra.
STORIA
Molteplici le versioni sulle origini di Tricase: alcune di esse motivano la sua fondazione, riferiscono sul periodo storico della sua nascita e spiegano il suo toponimo. Le più ricorrenti sono quelle di Antonio Micetti di Tricase e del Padre Cappuccino Luigi Tasselli di Casarano.
Si racconta che anticamente (tra il X e l’XI secolo) esistessero tre Casali e, dall’unione di essi, pare sia nato il primo nucleo di abitazioni che diede il nome alla cittadina. Sulla denominazione dei tre Casali, gli storici si dividono: Luigi Tasselli riteneva si chiamassero Trunco, Monesano e Amito Cuti; Antonio Micetti, invece, li denominava Menderano, Voluro e San Nicola. Probabilmente, l’etimologia è sbagliata e più che ai tre Casali, la parola Tricase si tradurrebbe originariamente come inter casas, a indicare un paese formatosi in mezzo a diversi Casali. Inter casas, cioè centro sorto tra altri nuclei abitati, che si sarebbero fusi o in seguito a incremento demografico o, con maggiore probabilità, per motivi di sicurezza, determinando così la nascita di un nuovo centro abitato.
È opinione ormai consolidata che l’unione dei tre Casali fu generata dal bisogno di forza: essendo piccoli, deboli e inermi, erano spesso attaccati, invasi e derubati dai barbari e dalle genti dei luoghi limitrofi. Tutto ciò accadde, si dice, intorno all’anno 1030. È giusto ricordare che anticamente la denominazione di Tricase fu anche “Treccase”, poi “Trecase””, successivamente “Tricasi” o “Tricasium” e solo infine quella attuale.
ARTE E CULTURA
Abbazia Santa Maria de Amito o del Mito
Castello Baronale dei Trane (Tutino)
Castello dei Winspeare
Chiesa della Natività e della Beata Maria Vergine
Chiesa di San Domenico e Convento Domenicano dei SS. Pietro e Paolo.
Chiesa di San Michele Arcangelo (detta Sant’Angelo)
Chiesa Nova o della Madonna di Costantinopoli o Chiesa dei Diavoli
Monumento a Giuseppe Pisanelli
Palazzo Comi
Palazzo Gallonne
Palazzo Principesco dei Gallone
Piazza Cardinale G. Panico
Piazza dei Caduti
Porta Terra
Santuario della Madonna di Fatima
Cultura e tradizioni
Aree territoriali
Turismo
AREE NATURALI
Boschetto di Tricase e Quercia dei Cento Cavalieri, ricadente nel Parco naturale regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, custodisce esemplari maestosi e plurisecolari di quercia vallonea che in questa area trova le condizioni pedoclimatiche ottimali per la sua riproduzione spontanea. È l’unico bosco di Quercus macrolepis presente in Italia ed in generale all’avamposto più occidentale di questa specie in Europa. L’area a maggiore densità di vallonee gravita verso il mare, ovvero l’area compresa tra la Serra del Mito, Tricase Porto e Marina Serra, confermando le esigenze ecologiche, pedologiche e antropiche della specie, diffusa specialmente sulle creste delle serre e sui terreni impervi digradanti verso il mare. Un esemplare plurisecolare di quercia vallonea, nota con il nome di Quercia dei Cento Cavalieri, risale al XIV secolo e si innalza lungo la strada Tricase-Tricase Porto; il tronco ha una circonferenza di 4,25 m e la chioma occupa una superficie di circa 700 m²[18].
Canale del Rio, è una stretta insenatura naturale di origine erosiva fra Tricase Porto e Marina Serra, le cui pareti cadono a strapiombo sul mare. Il tratto interno è parzialmente antropizzato, organizzato in sistemi di terrazze coltivate ad ulivi e dominato, nei tratti più impervi e rocciosi, da pino d’Aleppo e da un folto sottobosco arbustivo; lungo le sponde del tratto di canale più prossimo al mare, invece, sono presenti formazioni vegetali a macchia.
La Serra e il promontorio del Calino, la serra è un promontorio roccioso, che dall’abitato di Tricase degrada verso il mare e cinge la località di Marina Serra con il promontorio del Calino. Si caratterizza per la presenza di diverse specie vegetali; a valle si estendono campi a seminativo, i pendii più lievi sono organizzati con sistemi di terrazzamenti ad uliveto e muretti a secco di contenimento, mentre quelli più ripidi e scoscesi sono interessati da una pineta di pino d’Aleppo e da formazioni arboree di leccio, quercia vallonea e terebinto. In prossimità del mare, sul costone roccioso a strapiombo, sono presenti l’alisso di Leuca, la scrofularia pugliese, la campanula pugliese e il fiordaliso di Leuca.
Bosco Guarini
Bosco Macchia di Ponente
Il coralligeno: la costa Otranto-Santa Maria di Leuca è caratterizzata dalla presenza di biocostruzioni di alghe coralline (marciapiede di Lithophyllum) che crescono nella zona immediatamente sottostante al livello del mare. Tale area ospita grandi estensioni di formazioni di alghe (coralligeno) che rientrano nella categoria Reefs della Direttiva Habitat dell’Unione europea. Inoltre, in molte parti di questo tratto di costa, le formazioni coralligene sono presenti anche sul fondo marino, e non solo lungo la linea di riva. Sono presenti anche in altre parti del Mediterraneo, ma sono state scoperte lungo il litorale di Tricase tra Otranto e Leuca e sono chiamate per questo “coralligeno di Tricase”.
EVENTI
Mercati
- Tricase/centro – zona 167 (martedì)
- Depressa – Piazza Castello (venerdì)
- Lucugnano – Piazza Comi (giovedì)
Feste
- Madonna delle Grazie Domenica in Albis (Rione Tutino)
- Sant’Antonio – 13 giugno (Tricase – Depressa – Lucugnano)
- San Luigi – 21 giugno (Rione Sant’Eufemia)
- San Vito – 9, 10 e 11 agosto (Tricase)
- San Rocco – 16 agosto (Tricase)
- Sant’Andrea – agosto (Rione Caprarica)
- San Nicola – agosto (Tricase Porto)
- Madonna Assunta – 15 agosto (Marina Serra)
- Madonna del Gonfalone – 22 agosto (Rione Sant’Eufemia)
- Madonna del Loreto – 8 settembre (Tricase)
- Madonna Addolorata – 15 settembre (Frazione di Lucugnano)
- Sant’Eufemia – 16 settembre (Rione Sant’Eufemia)
- SS. Cosma e Damiano – 27 settembre (Frazione di Depressa)
- Madonna del Rosario – 7 ottobre (Tricase)
- Madonna di Fatima – 13 ottobre (Rione di Caprarica del Capo)
- Santa Lucia – 13 dicembre (Tricase)
- Presepe Vivente – 24 dicembre/ 6 gennaio (Rione Sant’Eufemia)
Fiere
- Fiera della Madonna delle Grazie Domenica in Albis (Rione Tutino)
- Fiera dei SS. Pietro e Paolo – 29 giugno (Tricase)
- Fiera di San Vito Martire – 9 agosto (Tricase)
- Fiera del Gonfalone – 22 agosto (Rione di Sant’Eufemia)
- Fiera Madonna Addolorata – 3a domenica di settembre (Frazione di Lucugnano)
- Fiera dei SS. Medici – 27 settembre (Frazione di Depressa)
- Fiera della Madonna del Rosario – 1a domenica di ottobre (Tricase)
- Fiera Sant’Andrea – Ultima domenica di novembre (Rione Caprarica del Capo)
- Fiera Santa Lucia – 13 dicembre (Tricase)
Sagre
- Sagra della Terracotta e delle Ricette di Papa Galeazzo – 2 agosto (Frazione di Lucugnano)
- Sagra Corti in Gusto – 2 e 3 agosto (Rione di Sant’Eufemia)
- Sagra Riti e Sapori intorno al Menhir – 5 agosto (Rione di Tutino)
- Sagra Macaria Cistareddha – 8 agosto (Rione di Caprarica del Capo)
- Sagra di San Vito “Cucuzza e Cadduzzu” – 9 agosto (Tricase)
- Sagra de la Pasta fatta a casa – 17 agosto (Frazione di Depressa)
ENOGASTRONOMIA e PRODOTTI TIPICI
Tra le tante specialità, che si possono gustare anche nelle trattorie e ristoranti dei dintorni, si ricordano: gli squisiti “gnemmarieddhri”, (involtini di interiora di agnello alla brace); le tradizionali “ricchitelle” o “pizzicarieddhri”, (orecchiette di semola variamente preparate con sugo di ragù, con cime di rapa, con sugo di pomodoro fresco); le “favenette e cicureddhre” (fave a purè con verdure selvatiche); le focacce con ripieni diversi (cipolle, olive nere, funghi, acciughe); gli “uddhratieddhri” (tipiche lumache). Da non trascurare la grande ricchezza che il vicino mare offre a tavola: vongole, cozze, sarde, aragoste e cernie sono gli esempi più tipici. In ogni festa patronale non manca mai la “scapece” (pescetti in salamoia e zafferano). In autunno protagonisti di piatti prelibati diventano i funghi raccolti nei boschi sparsi per tutto il territorio. Un’attenzione particolare meritano i prodotti caseari (mozzarelle, formaggi freschi vari). Infine, un rito culinario tipico salentino semplice e genuino è la “friseddhra” frisella di grano variamente condita con sapori e odori mediterranei (olio extravergine d’oliva, pomodori, origano, e un pizzico di fantasia).
Dolci speciali sono previsti in occasione delle feste: le zeppole, i tradizionali taralli aromatizzati dolci e salati al gusto di finocchio o di pepe, i fruttoni e i bocconotti; a Natale si preparano le “pittule”, (fritelle di pasta lievitate, lisce oppure imbottite di ricotta, acciughe, olive e ortaggi, fatte indorare in tanto olio) e le “ncartiddhrate”, (cartellate o carteddate, dolcetti tradizionali a forma di rosa al vincotto e miele); la cupeta, (croccante a base di mandorle torrefatte e pestate, zucchero, buccia di limone e cannella).
Tipico della Pasqua sono le “panareddhre” e “puddhricasci”, (dolce pasquale con in superficie uno o più uova in guscio). Infine i dolci a base di pasta di mandorla: con un impasto a base di mandorle pestate e legate con albume vengono realizzati i deliziosi dolcetti che hanno fatto impazzire generazioni di golosi.
Gli artigiani pasticcieri di Cellino lavorano la pasta di mandorla come una volta, talvolta “corretta” al limone o al cacao, con o senza glassa di zucchero: pesci e agnellini pasquali, amaretti e altri soggetti rituali. Una meraviglia da vedere, una delizia da mangiare.